01 Aprile 2003 - 01 Maggio 2003



sport - L'Italia di scorta meglio di quella vera

L'Italia di scorta è più bella di quella vera
Nell'amichevole di Ginevra le riserve azzurre non fanno rimpiangere i grandi assenti. Frei buca subito l'esordiente Abbiati, ma al 10' Legrottaglie pareggia di testa. Nella ripresa Zanetti segna il gol della vittoria


Nonostante le premesse, che avevano scatenato la rabbia degli organizzatori vista l’assenza di tutti i big, l’Italia in versione sperimentale vince e convince. A cancellare dubbi e perplessità della vigilia motivati dalle convocazioni (per le quali Trapattoni ha usato il bilancino del farmacista, stando attento a non scontentare nessuna delle tre grandi ancora in corsa per l’Europa) ci hanno pensato i gol di Legrottaglie e Cristiano Zanetti, che hanno mandato al tappeto una Svizzera illusasi dal brillante inizio, coronato da un gol a freddo che ha fatto fare ai nostri difensori (tutti debuttanti o quasi, a parte Panucci) la figura dei pivelli.

Morale: risultato a parte, lo spazio alle seconde linee ha permesso al cittì di operare altri esperimenti in vista della prossima scadenza europea prevista l’11 giugno in Finlandia. Anche se è risaputo che la partita più importante per gli azzurri si giocherà sui tavoli dell’Uefa, a una manciata di chilometri da questo stadio. In quella sede verrà infatti deciso il futuro continentale dell’Azerbaigian, minacciato di radiazione con conseguente ribaltone della classifica del nostro girone, che penalizzerebbe gli azzurri a vantaggio della ex Jugoslavia (l’unica a lasciare punti alla formazione azera, i cui risultati verrebbero cancellati d’ufficio).

Tra un’ipotesi di formazione e un’altra di politica sportiva, la serata ginevrina mostra del buon calcio, a dispetto del terreno scivoloso che non compromette il ritmo sostenuto. Pronti via e, proprio come il giorno prima con l’Under 21, gli svizzeri passano in vantaggio alla prima occasione: sono passati appena 6’ quando una triangolazione dettata sulla destra da Celestini per Cabanas taglia fuori tutta la difesa azzurra, con assist finale per Frei che, libero a centro area, mette dentro di piatto sinistro a porta vuota. A differenza di quella di Gentile, la formazione di Trapattoni reagisce immediatamente e 4’ dopo trova il pareggio con Legrottaglie, abile a finalizzare un angolo di Miccoli con un preciso colpo di testa a centro area, nell’angolo alto alla destra di Stiel.

Il gol sblocca gli azzurri che al 15’ creano un nuovo pericolo con Miccoli, autore di un efficace traversone per Corradi che in scivolata spreca malamente, calciando troppo alto. E’ ancora Miccoli al 18’ a liberare al tiro Di Vaio, che pecca di egoismo calciando centralmente invece di servire sulla destra lo smarcatissimo Fiore.

La Svizzera prova a rallentare il ritmo, senza rinunciare a rendersi pericolosa in avanti. Come al 21’, quando un taglio in area di Chapuisat libera al tiro Hakan Yakin, il cui diagonale collauda i riflessi di Abbiati che si salva in angolo (non assegnato per una svista del guardalinee).

Il debuttante Grosso inizia male (dalla sua zona parte l’azione del gol rossocrociato) ma si riprende col passare dei minuti. Sul suo lato opera anche Di Vaio, che si muove molto ma conferma l’idiosincrasia al gol che ha caratterizzato sino a questo momento la sua stagione: al 25’ salta in agilità Haas dalla linea di fondocampo, rovinando tutto con un tiro-cross preda della difesa elvetica.

Gol a parte, il più pericoloso tra gli avversari è Frei, che al 34’ salta tre avversari come birilli liberando a destra Chapuisat: l’ex centravanti del Borussia scatta sul filo del fuorigioco, si porta il pallone sul sinistro e impegna Abbiati in una difficile respinta di piede. Un minuto dopo svizzeri ancora pericolosi con Cabanas, il cui destro dal limite sfiora il palo.

Gli azzurri non danno comunque l’impressione di soffrire più di tanto, e con un accenno di pressing trovano le contromisure per controbattere i fraseggi a centrocampo degli svizzeri.

E nella ripresa prendono il sopravvento, soprattutto dopo alcuni cambi che si rivelano decisivi. Primo tra tutti quello di Grosso col laziale Oddo, che alla mezz’ora mette al centro un pallone d’oro per Zanetti il cui colpo di testa non lascia scampo a Stiel. In precedenza, prima di lasciare spazio a Di Natale era stato ancora Miccoli a mettersi in evidenza, con un contropiede ficcante bloccato (forse fallosamente) da Vogel al limite dell’area. Il finale in crescendo degli azzurri, pur senza altre grosse occasioni da rete, legittima un successo meritato: per una volta, i grandi assenti hanno avuto torto.


SVIZZERA-ITALIA 1-2. RETI: pt 6’ Frei, 10’ Legrottaglie; st 31’ Zanetti. SVIZZERA: Stiel 5,5; Haas 5 (st 1’ Berner 6), M. Yakin 6,5 (st 23’ Zwissig sv), Mueller 5,5 (st 44’ Keller sv), Magnin 5,5 (st 15’ Spycher sv); Cabanas 6,5, Vogel 6 (st 23’ Cantaluppi sv), Celestini 6,5; H. Yakin 6; Frei 7, Chapuisat 6,5 (st 23’ Thurre sv). Commissario tecnico: Kuhn.
ITALIA: Abbiati 6,5 (st 38’ Pelizzoli sv); Panucci 6,5, Legrottaglie 7, Ferrari 5,5, Grosso 5,5 (st 19’ Oddo 6,5); Perrotta 6,5, C. Zanetti 7 (st 34’ Ambrosini sv); Fiore 6 (st 19’ Tommasi 6), Miccoli 7 (st 19’ Di Natale 6,5), Di Vaio 5 (st 38’ Nervo sv); Corradi 5,5. Commissario tecnico: Trapattoni.
Arbitro: Ledentu (Francia) 6,5. Note: serata piovosa, terreno scivoloso ma in buone condizioni. Spettatori 30.000 circa; recuperi: pt 0’, st 3’.

Fonte: Il Nuovo





sport - GP Moto: Gibernau, vittoria per Kato

Gibernau, una vittoria per Kato
Lo spagnolo, compagno del giapponese scomparso, ha vinto il Gp del Sudafrica davanti a Rossi e Biaggi. Commozione nel team Gresini. Poggiali vince la gara della 250, nella 125 la spunta lo spagnolo Pedrosa


Ancora quell’indice rivolto al cielo, ancora primo. Una vittoria meritata e dedicata a Daijiro Kato, quella che oggi Sete Gibernau ha conquistato nel GP del Sud Africa, classe MotoGP, seconda gara del motomondiale 2003. Un successo che ha qualcosa di soprannaturale e che regalato al team di Fausto Gresini un altro briciolo di felicità, spingendoli a ripartire, aumentando la volontà di correre e gareggiare, perché questo è il loro lavoro, il lato uno della loro medaglia. Purtroppo l’altra faccia è quella che conosciamo, che si ripresenta in modo violento, duro. La gara del Phakisa Freeway è stata la prima senza Kato, il pilota giapponese scomparso dopo l'incidente di Suzuka, ma anche la prima grande consacrazione nella massima categoria per questo team italiano, satellite della Honda.

“E’ importante questa giornata – ha detto Gresini con le lacrime agli occhi – perché viviamo un periodo molto duro e questa vittoria di Sete sa di incredibile”. Una vittoria voluta, un successo arrivato grazie a Gibernau, spagnolo educato e gentile, con la moto nel sangue (suo nonno è stato il fondatore della Bultaco, marca iberica di alcuni anni fa), ma che fa piacere accomunare a Kato, scomparso fisicamente ma presente (come da ammissione dello stesso vincitore) sulla moto blu e gialla numero 15. Sembra uno di quei miracoli che ogni tanto avvengono anche nello sport, dove da una parte tutto è positivo e dall’altra c’è il massimo della negazione, fino ad arrivare all’estremo, alla morte. “Io da solo di sicuro non avrei potuto farcela – ha detto col fiato rotto dall’emozione lo spagnolo sceso dal palco della premiazione – e mi fa piacere pensare che Daijiro era con me, così come resterà sempre con me, sulla mia moto. Non ho parole per spiegare questa mia sensazione, ma credo proprio che sia così. Ci sono stati due aspetti in questo weekend. Uno è convivere con la tragedia di Suzuka, dove tutti, io, il team e lo sport in generale abbiamo sofferto. L'altro è il grande supporto dei miei sponsor, dei tifosi e della squadra che hanno reso questo weekend sopportabile. Oggi ha vinto il motociclismo. Tutti i piloti, non solo io, hanno dato il migliore tributo a Daijiro Kato. Devo ringraziare la mia famiglia ed il team, dalla prima persona all'ultima. Sono felice di vincere per loro e Daijiro è qualcuno che porteremo per sempre nei nostri cuori”.

Ha vinto Gibernau dunque su Rossi, Biaggi e Bayliss, poi Barros, ma il carioca è già a quasi venti secondi dallo spagnolo in classifica. Rossi e Biaggi protagonisti ma scudieri e che la pensano allo stesso modo per la vittoria di Sete facendo da contorno alla tiepida felicità espressa sul podio dall’iberico. “Sono molto felice perché questo non è un secondo posto normale – ha ammesso Valentino al suo rientro nei box – e credo anch’io che Sete non fosse solo a guidare, perché a vederlo da dietro c’era un misto tra l'aggressività classica di Gibernau e lo stile liscio e perfetto di Daijiro Kato. Un binomio che qui è stato imbattibile e che giustamente ha vinto. Ho vissuto una dura battaglia con Bayliss. La Ducati mi andava via in accelerazione ed ho dovuto combattere a lungo prima di staccarlo, anche perché nella curva dove l’anno scorso ho perso la gara, non riesco ad avere molto feeling ed ho sbagliato troppe volte. E’ stata una gara strana ed il secondo posto è un risultato decente per me e per la squadra”.

Terzo e costante sul podio Max Biaggi, che ha retto il passo di Rossi fino a quando si è presentato lo stesso problema delle prove di venerdì. “La moto è calata paurosamente di prestazioni e di colpo durante il giro di riscaldamento – ha spiegato il romano a fine gara – iniziando a perdere potenza come aveva fatto venerdì. I meccanici non hanno potuto cambiare molto sulla griglia, quindi considerando ciò è stata una buona gara e sono felice per questo . Sono riuscito a seguire Bayliss e Rossi, ma quando sono stato secondo non sono riuscito a prendere Sete. Se fosse andata come stamattina o fino a quel punto non avrei avuto problemi a fare una gara d’attacco. Non riesco a spiegarmi il perché e sono un po’ demoralizzato, ma la terza posizione in queste circostanze è positiva e sono felice per Sete e per il suo team. E' il modo migliore per ricordare Kato, la cosa più bella e forse la meno amara. Son contento per questo”.

La gara è stata ritardata per motivi di sicurezza, dovuti alla presenza di olio in pista a causa della Suzuki di Roberts, che nel giro di ricognizione prima della partenza, ha rotto un tubo dell’olio della sua GSX ed ha innaffiato le ultime tre curve prima del traguardo. In partenza poi la caduta dell’Aprilia di Colin Edwards, che ha compiuto uno scarto improvviso ed ha trasmesso qualche brivido, ma per fortuna niente di grave. La prima fase è vissuta sulla fuga di Bayliss e di Gibernau, mentre Capirossi, dopo due dritti ha preferito abbandonare. “Avevo un po’ di problemi – ha ammesso sinceramente Loris – e poi ho preso due volte la striscia d’olio e non avevo fiducia. Peccato”. Gran professionista, l’imolese ha ammesso senza reticenze, che non era il caso di rischiare ed ha preferito rientrare ai box. Nel frattempo il quartetto di testa era composto da una coppia formata dallo spagnolo e dall’australiano seguito a pochi metri da Max Biaggi e Valentino Rossi, tranquillo quarto ed in attesa della parte finale poiché aveva optato per gomme dure, memore dell’errore del 2002, quando aveva consegnato la vittoria ad Ukawa, suo ex compagno di squadra.

Gli altri dello schieramento hanno fatto una gara a sé, distanti già otto secondi dopo pochi giri, un abisso. La Ducati però la sua buona figura l’ha fatta lo stesso, proprio con Bayliss, che in quanto a carattere non è secondo a nessuno, nemmeno quando ha duellato con Rossi, dopo che Gibernau aveva allungato in solitario. La Desmosedici ha dimostrato di avere un super motore ed una bella accelerazione e non è stato facile per Rossi metterselo dietro, anzi ha dovuto sudare più con l’australiano che con Biaggi. Gibernau ha guidato bene, sempre deciso e nel finale ha resistito al ritorno veemente di Rossi, che aveva fatto la scelta migliore per gli pneumatici. In effetti la bagarre con Bayliss ha attardato troppo il pesarese che a pochi girid al termine ha provato l’attacco ma non è riuscito ad accennarlo. Tutti contenti alla fine perché questo risultato a tutti è sembrato equo e giusto.

250: POGGIALI REPLICA - Dopo Marco Melandri sembra quello di Manuel Poggiali il nome futuro per la corona iridata della 250. Questo il responso della seconda gara 2003, conclusasi con il secondo successo consecutivo per il pilota della piccola Repubblica di San Marino. “E' un sogno – ha detto raggiante il minuto pilota romagnolo d’adozione – perché pensavo che vincere le mie prime gare in 250 sarebbe stato impossibile. Devo rivolgere un grande grazie al mio team perché ha lavorato molto per trovare un buon set up sulla moto, che oggi era perfetta.” Poggiali a cavallo dell'Aprilia ufficiale, ha battuto con autorità e piglio da vero campione, Randy De Puniet, unico a tenere il suo passo con un’altra Aprilia, quella del team Safilo LCR. Il francese ha fatto la stessa gara di Pedrosa nelle 125, restando (sornione) alle spalle del battistrada ed all'ultimo giro ha tentato il sorpasso risolutore, ma Poggiali l’ha controllato a dovere ed ha vinto meritatamente.

Ottimo il terzo posto di Franco Battaini, primo dei piloti con moto non ufficiali. “Per me questa è come se fosse una vittoria – ha dichiarato sorridente il bresciano, visibilmente soddisfatto – perché la mia è una moto standard, la prima dietro a quelle ufficiali. Ho spinto al massimo, è stata una gara difficile. Davanti a me avevo due moto molto veloci. Ringrazio il mio team, alla mia famiglia ed ai miei amici bresciani. Questa mia vittoria, oopss questo terzo posto – si è scusato con un sorriso “Iron” Frank – è per Kato, perché è stato il meglio che potessi fare oggi”. Quarte e quinte le due Honda di Sebastian Porto e Roberto Rolfo, ma ad oltre dieci secondi dal duo di testa e qui seguite da una schiera di ingegneri giapponesi. Certamente la scoppola presa dalle Aprilia in Giappone (e bissata qui in Sud Africa), inizia a far male al colosso nipponico.

125: VINCE PEDROSA DAVANTI A DOVIZIOSO - Solita conclusione in volata per la 125, classe propedeutica e molto spettacolare del motomondiale, che dopo una gara abbastanza monotona ha acceso la lotta per la vittoria nel giro finale dove il giapponese Youichi Ui ha subito l’aggressivo attacco dello spagnolo Pedrosa e del nostro Andrea Dovizioso nelle ultime curve. Ha vinto Daniel Pedrosa, dopo un attacco che gli ha garantito quei pochi decimi decisivi. Una gara perfetta quella del pilota Honda, restato col gruppetto dei primi per poi uscire e dare la zampata finale, esattamente come faceva un altro grande spagnolo del passato, Angel Nieto. “Bella vittoria dopo un weekend difficile – le prime parole del vincitore – anche per il gran caldo. Vorrei dedicare la mia vittoria a Daijiro Kato, alla sua famiglia ed al team Gresini Honda”. Purtroppo secondo per pochissimo Andrea Dovizioso, diciottenne romagnolo che cresce di gara in gara ed ora secondo anche nella classifica iridata dopo due gare. “Sono felicissimo per questo podio – ha detto il forlivese con un largo sorriso – e me lo aspettavo di fare una bella gara, ma non credevo che la gioia per un risultato eccellente fosse così. Mi dà una grande emozione anche se mi aspettavo di poterlo raggiungere già in Giappone. Sono davvero felice”.

Il tedesco Steve Jenkner ha completato il podio grazie all’errore del giapponese Youichi Ui, protagonista delle prove e della gara, che ha condotto sempre in testa, ma autore di un errore proprio all’ingresso dell’ultima curva, quando ha subito l’attacco di Dovizioso, dopo esser stato già superato all’inizio della tornata decisiva da Pedrosa. Gara abulica degli altri italiani, con il solo Lucio Cecchinello, ottavo, mentre Mirko Giansanti, che a Suzuka era salito sul podio, è arrivato solo quindicesimo ed il vincitore del Giappone, Stefano Perugini, non ha nemmeno concluso il primo giro per problemi tecnici. Da sottolineare il fatto che il campione del mondo in carica, il francese Arnaud Vincent, ha conquistato i primi punti mondiali per la Ktm, riuscendo ad arrivare dodicesimo. Nella classifica mondiale distacchi limitati ad un punto fra Pedrosa, leader, Jenkner e Dovizioso.

Fonte: Il Nuovo





sport - Catanzaro Puteolana 4-1

Catanzaro 27 Aprile 2003 - Il Catanzaro vince senza problemi su un Puteolana che non ha più nulla da chiedere al campionato essendo da diverse settimane matematicamente retrocesso. All’ 8’ i padroni di casa passano in vantaggio grazie ad un autogol di Mele. Al 26’ la compagine ospite pareggia con Terraciano che con la massima punizione concessa per fallo di Pastore su Casaldo, insacca. Il risultato di parità fa scattare una scintilla al Catanzaro che nel giro di tre minuti realizza due reti: al 30’ e al 33’ doppietta di Moscelli che in entrambi i casi segna dal limite dell’area alla destra. Nel secondo tempo Bertuccelli realizza la quarta rete infilando la sfera a due passi dallo specchio avversario. I migliori in campo: Ferrigno (C), Castaldo (P).





sport - Crotone-Viterbese 2-0

Crotone 27 Aprile 2003 - La compagine guidata da Di Somma crolla allo Scida e piomba nuovamente nelle sabbie mobili della zona play-out. I primi a graffiare sono i calabresi all’8’, quando con un intervento in spaccata Campolonghi corregge alle spalle di Musella un cross dalla sinistra Galardo. Il raddoppio arriva a un minuto dallo scadere con Pellegrini, che smarcato nel cuore dell’area da Leone fulmina il portiere gialloblù con una secca conclusione centrale.
Migliori in campo: Tarantino e Rossi (C), Filosi (V).





sport - Venezia Cosenza 0-2

Il Cosenza non molla


Il Cosenza mantiene ancora vive le residue speranze di salvezza, inguaiando un Venezia alla terza sconfitta consecutiva ed ormai in piena zona retrocessione. Chiamata alla partita più importante della stagione, la squadra di Bellotto ha invece disputato una prestazione inqualificabile, senza alcuna pericolosità (il primo fallo cosentino è arrivato addirittura dopo 22').

Convinti dall'abulia avversaria, i rossoblù hanno trovato il coraggio di farsi vedere dalle parti di Soviero, venendo premiati dal colpo di testa di Oshadogan (migliore in campo con Lanzaro) al 36' pt, su punizione di Lentini. La rete del difensore sbloccava il lungo digiuno dal gol dei cosentini, a secco dal 16 marzo (fuori casa addirittura dal 15 dicembre).

La reazione del Venezia si è concentrata tutta in un corner di Mancini al 40', girata di testa da Anderson per il salvataggio in sforbiciata di Antonelli (probabilmente con palla già oltre la linea), e bomba su ribattuta di Maldonado deviata in corner da Srnicek. La voglia di Fantini, unico a salvarsi tra i veneziani, ha prodotto solo qualche tiro contrato, oltre ad un colpo di testa malamente girato a lato al 7' st.

A segnare è stato così ancora il Cosenza, al 12', grazie ad un fortunoso rimpallo su Tedesco della palla spazzata sulla linea da Gargo in scivolata, dopo che lo stesso Tedesco aveva beffato Soviero in uscita a farfalle con un tocco rasoterra. Un 2-0 comunque meritato, visto che neppure la superiorità numerica (espulsione di Tedesco per brutto fallo su Firmani) nè le tre punte messe nel finale da Bellotto hanno sbloccato un Venezia anche sfortunato al 40' (palo interno di Marcon con palla che danza sulla linea).

Venezia-Cosenza 0-2 (0-1)
Venezia (4-4-2): Soviero, Orfei, Gargo, Cinetto (30' st Marcon), Maldonado, Mancini, Anderson, Firmani, Manetti (16' st Rossi), Sanchez (6' st Poggi), Fantini. (1 Frezzolini, 8 Brncic, 32 Guerra, 79 Soligo). All. Gianfranco Bellotto.
Cosenza (4-3-3): Srnicek, Stankevicius (43' Parisi), Lanzaro, Oshadogan, Sabato, Bedin (10' st Cardinale), Edusei, Tedesco, Antonelli, Alteri (25' st Casale), Lentini. (20 Agliardi, 9 Guidoni, 18 Marco Aurelio, 22 Gonzalez). All. Antonio Sala.
Arbitro: Nucini di Bergamo.
Reti: nel pt 36' Oshadogan; nel st 12' Tedesco.
Angoli: 8 a 4 per il Venezia.
Recupero: 3' e 4'.
Ammoniti: Stankevicius, Lanzaro, Maldonado, Orfei e Oshadogan per scorrettezze; Anderson per simulazione.
Espulso: al 22' st Tedesco per fallo grave.
Spettatori: 3.500 circa.

Fonte: Kataweb





sport - Reggina Parma 0-0

La Reggina non colpisce


Finisce in pareggio (0-0) lo scontro al Granillo tra Reggina e Parma e le due squadre guadagnano un punto che serve ad entrambe: alla Reggina, che continua a guardare alla salvezza anche se avrebbe volentieri staccato l'Atalanta, e al Parma che non smette così di sperare nella Champions. D'altronde gli amaranto di De Canio hanno temuto il peggio, rimasti in dieci in finale di partita dopo l'infortunio di Mamede.

Nel primo tempo è proprio la Reggina a tenere banco, collezionando una lunga serie di calci d'angolo che però non portano a nulla di fatto. Quello che era stato definito alla vigilia come il 'Naka Day', per lo scontro diretto tra i due giapponesi, Nakata e Nakamura, non ha visto tra i suoi protagonisti nessuno dei due stranieri, eccezion fatta per la moltitudine di turisti giunti in Calabria per le foto di rito con le due star del Sol Levante.

Equilibrata la squadra messa in campo da De Canio, con Franceschi che non molla Adriano prima e Mutu poi, e con un solido centrocampo. Nulla di nuovo per Prandelli, che non cambia gli uomini visti nelle ultime partite.

Nel secondo tempo il Parma si fa vedere di più in contropiede, sfiorando il gol al 20' grazie alla traversa di Mutu e la Reggina, dal canto suo, reagisce bene in avanti. Brivido alla mezzora quando De Canio sfrutta il suo terzo cambio con l'entratra di Savoldi: poco minuti dopo Mamede esce dal campo per infortunio e la Reggina resta in dieci. Ma anche il Parma, a questo punto, sembra apprezzare il pareggio e le due squadre vanno negli spogliatoi a reti inviolate.

Reggina (3-5-2): Belardi 6, Jiranek 6 (1' st Vargas 6), Franceschini 6,5, Torrisi 6, Diana 6, Cozza 6, Paredes 6, Nakamura 6, Falsini 5,5 (4' st Mamede 6), Bonazzoli 5,5, Di Michele 5,5 (27' st Savoldi 5,5). All. De Canio 6.
Parma (4-4-2): Frey 6, Bonera 6, Cardone 6, Ferrari 6, Junior 6, Bresciano 6, Barone 6, Filippini E. 6, Nakata 5,5 (28' st Brighi sv), Mutu 6, Adriano 5,5 (41' st Giardino sv). All.Prandelli 6.
Arbitro: Racalbuto di Gallarate 7.
Angoli: 12-7 per la Reggina.
Recuperi: 2' e 5'.
Ammoniti: Junior e Mamede per gioco falloso.
Spettatori 23.500.

Fonte: Kataweb





sport - Catanzaro Igea Virtus 0-0

Primo tempo favorevole ai siciliani che hanno tenuto bene per tutta la gara, contenendo le offensive dei padroni di casa e proponendosi con rapidi ribaltamenti di fronte. La ripresa, come da copione, favorevole all’Igea, bilancia una prestazione equilibrata per occasioni e gioco: risultato giusto e ospiti che si affacciano sempre più alla zona play-off.





sport - Crotone-Giulianova 1-1

Amaro in bocca per la formazione di D’Adderio, raggiunta in piena zona cesarini. E ora il fantasma della retrocessione diretta aleggia sui giallorossi. E la panchina di D’Adderio è rovente. Ta rete dei giuliesi viene realizzata all’11, quando Lemme trova la soluzione vincente con una botta rasoterra dalla distanza, decentrato sulla destra, che si insacca tra palo e portiere. Il pareggio in extremis dei calabresi porta la firma di Tarantino, che spegne gli entusiasmi degli abruzzesi con una fucilata da fuori che non lascia scampo a Roca. Migliori in campo: Tarantino (C), Lemme (G).





sport - Cagliari Cosenza 3-0

Un Cagliari spietato sotto rete travolge il Cosenza, torna alla vittoria in casa dopo tre mesi e si mette praticamente al sicuro in chiave salvezza, mentre al Cosenza non basta il ritorno in panchina di Sala e vedono farsi sempre più concreto lo spauracchio della retrocessione.

Che sia un' annata-no per gli ospiti lo testimonia proprio l' andamento della gara, una partita che non ha offerto (gol a parte) grandi spunti di gioco, con due squadre dal gioco quasi speculare, ma con una differenza sostanziale a favore dei sardi: la capacità di sfruttare le palle-gol. Quello che appare invece un grosso limite del Cosenza che ha sprecato due grosse occasioni nei momenti chiave, prima del gol di Suazo e proprio all' inizio della ripresa con Guidoni che ha fallito davanti al portiere la palla del possibile pareggio.

I rossoblù hanno comunque meritato il successo, anche se il 3-0 finale è una punizione forse eccessiva per i calabresi. Dopo una lunga fase tattica e senza spunti di rilievo, il risultato si è sbloccato al 34' per merito di Suazo, autore di uno spunto personale concluso con un destro imparabile.
Nella ripresa, o il Cosenza è apparso più aggressivo ma, fallito con Guidoni il gol del pareggio, si è sbilanciato e ha incassato in contropiede altri due gol, autori Esposito (25', dribblando anche il portiere) e Loria (34' in mischia).

Cagliari (3-4-3): Pantanelli, Cudini, Modesto, Loria, Abeijon, Carrus, Pineda (45' st Longo), Macellari (13' st Guana), Esposito, Suazo (39' st Cammarata), Langella (12 Mancini, 6 Lopez, 28 Longo, 10 Conti, 20 Guana, 11 Cammarata, 29 Bucchi). All.: Ventura.
Cosenza (4-3-2-1): Smicek, Stankevicius, Oshadogan, Paschetta (21' st Brioschi), Parisi (28' st Casale), Bedin, Tedesco, Edusei, Antonelli, Lentini (39' st Cardinale), Guidoni (20 Agliardi, 18 Marco Aurelio, 25 Brioschi, 3 De Angelis, 19 Casale, 81 Cardinale, 32 Piemontese). All.: Sala
Arbitro: Cannella di Palermo.
Reti: nel pt, 34' Suazo; nel st, 25' Esposito e 34' Loria.
Note: Angoli: 6-4 per il Cosenza. Recupero: 2' e 4'. Ammoniti: Carrus, Paschetta e Pineda per gioco falloso Spettatori: 5.000.

Fonte: Kataweb





sport - Atalanta Reggina 1-1

Atalanta-Reggina, il pareggio della paura

La sconfitta e gli sprechi di Modena, la tradizione sfavorevole, forse un leggero calo dopo la rincorsa... chissà cosa abbia indotto De Canio, il tecnico che ha fatto del coraggio la parola d'ordine per risalire la china con la sua Reggina, a cambiare idea.

Qualcosa ci deve essere stato, poichè la Reggina per la prima volta dall'avvento del tecnico barese entra in campo con uno schieramento più prudente. Una sola punta, Bonazzoli, la rinuncia a Di Michele finisce in avvio per ringalluzzire un'Atalanta che, bisognerebbe ribattezzare Penelope: brava com'è a fare e a disfare la sua tela...

Lo spareggio-salvezza, il terzo che affronta in serie la Reggina, finisce in parità. E a giudicare dai risultati del giorno, la Reggina mantiene l'esiguo vantaggio sui bergamaschi, ma non è che De Canio e Vavassori possano dire di aver vissuto un turno favorevole.

L'avvio è di marca nerazzurra, non fosse per gli obblighi padronali e per la scorpacciata di Brescia, dove la truppa di Vavassori ha forse pagato la fatica per la lunga e dura rimonta.

Quando Tramezzani pesca Rossini e sul tap in Doni ritrova la confidenza con il gol, la strada dei bergamaschi potrebbe andare in discesa. Invece De Canio si accorge ben presto del suo errore. Ed è abbastanza intelliogente da cambiare, al più presto.

Dentro Di Michele, fuori Mamede, il modulo torna a essere spregiudicato, ma dà i frutti quando ai due trequartisti come Cozza e Nakamura e alle due punte - Bonazzoli e Di Michele, si aggiunge la spointa sulle fasce di Falsini e Jiranek, decisamente prevalenti sugli opposti. Vavassori le prova tutte, mettendo Bellini (chiamato a rilevare lo sfortunato Tramezzani) ora a destra ora a sinistra.
Ma quando non attacca il ceko, lo fa Falsini. Da un traversone "intelligente" dell'ex parmigiano, Bonazzoli svetta (una delle rare volte in cui batte le torri Natali e Sala) e infila sotto misura l'1 a 1.

Gautieri delude, Doni soffre la personalità in crescita del ceko, insomma, l'Atalanta va in sofferenza. Ma quando riparte fa paura: se alla fine del primo tempo Dabo ignora Bellini e calcia sul palo a porta vuota, Pià segna il 2 a 1, ma in posizione di fuorigioco. Insomma le occasioni fioccano, ma alla fine si elidono: perchè la Reggina preme, perchè Cozza è sì indiavolato, ma potrebbe completarsi e completare le sue irresistibili accelerazioni con un passaggio, anzichè cercare la conclusione. Lo avesse fatto, in almeno due delle ubriacanti scorribande di cui si è reso protagonista, il risultato sarebbe stato diverso. E se il tiro conclusivo, su punizione, di Doni fosse stato appena più basso.... Però i "se" e i "ma" non fanno classifica...

Tabellino e voti

ATALANTA (4-4-2): Taibi 6,5, Siviglia 5,5, Natali 7, Sala 6, Tramezzani 6.5 (34' pt Bellini 5,5), Gautieri 5 (31' st Bianchi sv), Zauri 6,5, Dabo 6, Doni 6, Rossini 6, Vugrinec 5 (17'
st Pià 6). (31 Calderoni, 20 Carrera, 23 Gonnella, 94 Foglio). All.: Vavassori 6.

REGGINA (4-4-2): Belardi 6,5, Jiranek 6,5, Vargas 6, Torrisi 6, Mamede 5 (27' pt Di Michele 5), Paredes 6,5, Mozart 6 (43' st Rastelli sv), Falsini 6,5, Cozza 6,5, Nakamura 6 (22' st Franceschini 6,5), Bonazzoli 6. (16 Lejsal, 20 Mesto, 27 Bogdani, 9 Savoldi). All: De Canio 6.
Arbitro: Bolognino di Milano 6.
Reti: nel pt 9' Doni; nel st 8' Bonazzoli

Note: Angoli: 9-1 per Reggina. Recupero: 3' e 4'. Ammoniti: Paredes e Zauri per gioco falloso Spettatori: 18.000. Allo stadio Atleti Azzurri d'Italia ingresso gratuito per bambini e signore.

Fonte: Kataweb





sport - GP Brasile:Raikkonen vince a tavolino

Beffa Fisichella, vince Raikkonen
La gara parte sotto il diluvio e dietro la safety car, che entra e esce 4 volte. Ferrari ko. Incidente a Webber e Alonso, gara sospesa con l'italiano in testa. Ma la vittoria va a Raikkonen per regolamento.


Marco Birolini
Una gara incredibile, quasi impossibile da raccontare. Occorre partire dalla fine, degna conclusione del Gp più folle della storia. Poteva essere il grande giorno di Fisichella, passato al comando al giro numero 54. E invece, pochi istanti dopo il sorpasso di Giancarlo a Raikkonen, Webber si schianta contro il muretto, seguito da Alonso che piomba come un fulmine sui detriti. Gara sospesa, e classifica considerata valida al giro precedente, cioè quando la McLaren, in grande difficoltà, era ancora al comando. Esulta il finlandese, mente il povero Giancarlo, che già stava festeggiando, deve incassare la delusione più grande della sua vita. Primo in pista, si ritrova secondo mentre sale la scaletta del podio. Da non credere, eppure è vero. Il regolamento non dà scampo. Terzo classificato il dolorante Alonso, che invece di stappare lo spumante deve raggiungere l’infermeria in ambulanza (portato in ospedale per controlli, non desta preoccupazione) mentre il rettilineo è cosparso di rottami ancora fumanti. Allucinante.
Quanto alla Ferrari, doveva essere il giorno della riscossa, ed è stato invece il giorno della grande sconfitta. Piange Barrichello, fulminato dalla maledizione brasiliana mentre fuggiva verso la vittoria, piange il Cavallino, tradito da un errore sotto la pioggia di Schumacher, lui che sulla pista allagata era abituato a danzare. Ora è davvero dura: Raikkonen è in fuga nella classifica mondiale: a Imola, tra quindici giorni, sarà vietato sbagliare di nuovo.

La cronaca - Sulla pista diluvia: si decide di posticipare il via di venti minuti, con partenza “neutralizzata” dalla safety car. Sette giri a passo lento, e quando la safety car rientra Coulthard sorprende subito Barrichello. Il brasiliano è lento, e si fa passare anche da Raikkonen e Montoya. Il finlandese e il colombiano sono scatenati: riprendono Coulthard, lo scavalcano e volano al comando. Risale Schumacher, che passa a sua volta il compagno in enorme difficoltà. Raikkonen vola, e distanzia il rivale della Williams, che si fa riacciuffare da Coulthard. Inizia la rimonta di Schumi, che raggiunge e scavalca prima Webber e poi Montoya.

C’è un botto tremendo tra Firman e Panis: la Jordan perde la ruota in frenata e scivola addosso alla Toyota. Safety car di nuovo in pista, sarabanda di pit stop. Alla ripresa delle ostilità, una pozzanghera miete tre vittime in un colpo solo: prima scivola fuori Montoya, poi Pizzonia e infine Schumacher, che schizza via anche lui nella stessa curva maledetta. La Ferrari sbatte contro le barriere, gara finita dopo 27 giri. Safety car di nuovo fuori: Raikkonen passa dai box, al comando passa Coulthard seguito da Barrichello. Ma la gara è un calvario: nello stesso punto fatale a Schumi sbatte anche Button, e la safety car torna in scena. Quando si fa da parte, si scatena Raikkonen, che attacca e sorpassa prima Alonso e poi Ralf Schumacher, issandosi al terzo posto dietro Barrichello.

Ma la coppia di testa allunga, e ingaggia un duello furibondo. Rubinho pressa, e lo scozzese sbaglia. La McLaren va lunga in fondo al rettilineo, e la Ferrari si infila all’interno. Esplode la torcida rossa: Barrichello è in testa. Il brasiliano accelera e scava subito un solco di due secondi e mezzo tra lui e il rivale. Ma la sfortuna, come sempre, è in agguato. Crudele, spietata, inesorabile. Rubens rallenta di colpo e parcheggia nel prato, con il motore fumante. Una mazzata. Il silenzio cala su Interlagos, mentre la coppia McLaren prende il comando, senza più ostacoli.

Di colpo, però, con l'asciugarsi della pista, le Frecce d’argento vanno in crisi: emerge Fisichella, che a diciassette giri dalla fine raggiunge i fuggitivi e li sorpassa balzando in testa. Di lì a poco, Webber si disintegra contro il muretto. La pista si riempie di rottami, arriva Alonso e si schianta anche lui. Entrambi gli impatti sono terribili, ma i piloti scendono con le proprie forze. Lo spagnolo, però, resta a terra dolorante e viene portato via in ambulanza, lasciando deserto il suo posto sul podio. Mentre va in onda l’assurdo finale.

Fonte: Il Nuovo





sport - F.Andria- Catanzaro 0-1

6 Aprile 2003 - L’Andria non ce la fa e perde il passo nella seconda frazione di gara. Il Catanzaro si è dimostrato più convinte e meglio organizzato sul piano del gioco. Al 55’ Falco castiga i pugliesi con un bellissimo contropiede che parte dalla fascia sinistra e si spegne direttamente in rete. Per i pugliesi la situazione diventa molto pericolosa e l’incubo play-out è sempre più in agguato.





sport - Cosenza Ternana 0-3

Cosenza 6 Aprile 2003 - Finisce nel peggiore dei modi, con un tifosi che prima del fischio di chiusura entra in campo e tenta di colpire il portiere Agliardi. Immediato l'intervento delle forze dell'ordine che allontanano l'esagitato.

Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il vertice della società, evidentemente, hanno inciso sulla passione dei tifosi, se è vero come è vero che per l'appuntamento serale con la Ternana (gara da ultima spiaggia per la salvezza) c'erano pochi intimi. Se non ci fossero stati gli ultrà ad animare il S.Vito, la desolazione si sarebbe tagliata a fette.

Nella prima casalinga dopo il terremoto giudiziario, un solo striscione esposto in tribuna B di solidarietà al presidente Pagliuso. La gara si mette subito male per il Cosenza: al 3' Marco Aurelio e soci pasticciano in area, la palla perviene a Brevi che calcia di destro e segna, complice anche una deviazione. Per la squadra di casa è una mazzata: gli uomini di Salvioni ci mettono un bel pò prima di riprendersi, rischiando il colpo del ko con Zaniolo che di testa impegna Agliardi in angolo.

Cosenza generoso, ma poco incisivo: Alteri e Guidoni mai pericolosi. Nella ripresa i calabresi partono di slancio ma senza idee. La Ternana sfiora ancora il raddoppio con Esposito, che colpisce di destro a botta sicura ma l'estremo silano si oppone di piede. Col passare dei minuti il Cosenza si spegne e regala alla Ternana metri e campo. Inevitabile il raddoppio, che Borgobello realizza al 37'. C'è ancora tempo, per la Ternana, di arrotondare il punteggio: il terzo gol arriva a tempo scaduto, con Nicola che finalizza di piatto destro un assist di Khraja. Poi, i fischi di delusione del pubblico di casa che vede vicinissima la C1.

Cosenza-Ternana 0-3 (0-1)
Cosenza (4-4-2): Agliardi; Brioschi, Lanzaro, Marco Aurelio, De Angelis; Tedoldi (26' st Piemontese), Tedesco, Bedin (30' st Edusei), Lentini; Guidoni, Alteri. (A disposizione: 1 Ripa, 17 Parisi, 23 Sabato, 28 Paschetta, 7 Baldi). All.: Salvioni.
Ternana (4-4-2): Mareggini; Nicola, Scarlato, Paci, Grava; Esposito (39' st Terni), Brevi, D'Aversa (32' st Kharja), Giampà; Borgobello, Zaniolo (30' st Adescina). (A disposizione: 30 Tazza, 2 Caccavale, 8 Gissi, 26 Sussi). All.: Beretta.
Arbitro: Castellani di Verona.
Reti: nel pt, 3' Brevi; nel st, 37' Borgobello, 45' Nicola.
Angoli: 5-2 per il Cosenza.
Recupero: 1' e 3'.
Ammoniti: Lanzaro, Brevi, Giampà per gioco falloso, Mareggini per proteste.
Spettatori: due mila circa

Fonte: Kataweb





sport - Reggina Empoli 1-0

Reggio Calabria 6 Aprile 2003 - Operazione sorpasso riuscita. La Reggina si conferma praticamente imbattibile in casa (sei vittorie e tre pareggi nelle ultime nove gare interne), vince di misura lo scontro salvezza con l'Empoli e scavalca in classifica i toscani uscendo, almeno per il momento, dai quartieri pericolosi della classifica. Dove invece ripiomba un'Empoli che in trasferta non fa più risultato dal lontano 22 dicembre. Successo meritato, quello della squadra di De Canio.

Costruito grazie ad una condotta di gara che ha portato i padroni di casa a spingere fin dal primo minuto. L'errore commesso dall'Empoli è stato forse quello di 'regalare' un tempo agli avversari e di svegliarsi solo dopo il vantaggio amaranto firmato ad inizio ripresa da Nakamura su rigore, massima punizione assegnata da Paparesta (ottima la direzione di gara del fischietto pugliese).

FATTORE CAMPO - La sua salvezza, la Reggina se la sta costruendo tra le mura amiche. Se in trasferta gli uomini di De Canio sbandano vistosamente (una vittoria, un pari e undici sconfitte), in casa non regalano niente a nessuno. Sei vittorie e tre pari il bottino interno delle ultime nove giornate, un fattore, il Granillo, che può essere decisivo ai fini dalla permanenza in A. Anche stavolta, come in passato, la Reggina ha spinto sull'acceleratore fin dal fischio d'inizio.

In campo con una squadra ricca di novità rispetto alle previsioni della vigilia (fuori Di Natale, Cappellini e Borriello, dentro Tavano, Buscè e Carparelli), l'Empoli ha sbandato paurosamente sotto le iniziative portate da Cozza (lasciato libero di svariare in mezzo al campo) e concluse da Bonazzoli e Di Michele. Berti è stato chiamato più volte a salvare la sua porta, mentre Belardi dall'altro lato del campo doveva sporcarsi i guanti solo per l'ordinaria amministrazione.

Il bunker toscano riusciva a tenere grazie agli interventi del suo numero uno decisivo in almeno quattro circostanze. Baldini rivedeva qualcosa nello schieramento (Tavano punta, Carparelli esterno), Ficini e Grella facevano un gran lavoro a metà campo, e il nulla di fatto con cui si andava al riposo non premiava lo sforzo della Reggina.

RIPRESA - La gara cambiava subito. Paparesta fischiava il rigore per un mani in area di Grella, Nakamura dal dischetto infilava l'angolino alla destra di Berti e il Granillo esplodeva. Baldini, che pochi minuti prima aveva inserito Borriello e Vannucchi al posto di Tavano e Carparelli, si giocava anche la carta Di Natale, ma per vedere l'Empoli pericoloso bisognava attendere la mezz'ora quando Rocchi di testa metteva a lato.

De Canio inseriva forze fresche, Di Michele cercava il colpo ad effetto senza fortuna. Gli ultimi dieci minuti scorrevano via con l'Empoli a premere e la Reggina a difendersi. Il triplice fischio faceva partire i titoli di cosa. Sorpasso riuscito.

Reggina-Empoli 1-0 (0-0)
REGGINA (3-5-2): Belardi 6, Jiranek 6, Vargas 6.5, Torrisi 6 (19' st Franceschini 6); Diana 6 (32' st Mamede sv), Cozza 6.5, Paredes 6, Nakamura 6 (20' st Mozart 6), Falsini 6, Bonazzoli 6, Di Michele 6. (16 Lejsal, 9 Savoldi, 27 Bogdani, 21 Rastelli). All.: De Canio 6.5.
EMPOLI (4-2-3-1): Berti 6.5, Belleri 6, Cribari 6, Lucchini 6, Cupi 6, Grella 6, Ficini 5.5 (15' st Di Natale 5.5), Rocchi 6, Buscè 5.5, Tavano 5 (4' st Vannucchi 5), Carparelli 5 (4' st Borriello 5.5). (16 Cassano, 8 Pratali, 28 Padoin, 81 Cappellini). All.: Baldini 5.5
Arbitro: Paparesta di Bari 7.
Rete: nel st 9' Nakamura.
Angoli: 10-2 per la Reggina.
Recupero: 2' e 5'
Ammoniti: Belleri e Buscè per gioco falloso.
Spettatori: 23mila.

Fonte: Il Nuovo





sport - Comune Cosenza acquista 1000 biglietti partita Ternana

Cosenza 3 Aprile 2003 - Il Comune di Cosenza acquistera' almeno 1000 biglietti di curva in occasione della prossima partita del Cosenza Calcio, in programma sabato sera contro la Ternana. La decisione e' stata presa questa mattina al termine di una riunione alla quale hanno partecipato il sindaco, Eva Catizone, il vicesindaco, Sergio Crea, l'assessore allo Sport, Vincenzo Gallo, gli assessori Vittorio Cavalcanti e Maria Francesca Corigliano, il capo di gabinetto Giuseppe Di Donna, il consulente del sindaco per lo sport Francesco Sesso. Erano presenti il dirigente del Settore Ragioneria Ugo Dattis, Giuseppe Abate per l'Ufficio Sport e Antonio Domma per il Centro di Coordinamento Clubs.





sport - Cosenza: 'Europeo per Cosenza', squadra salva con azionariato popolare

Cosenza 1 Aprile - ''L'azionariato popolare e' l'unica strada percorribile per salvare il Cosenza calcio dalla nefasta circostanza di un ipotetico fallimento''. Ne e' convinto il capogruppo di ''Europei per Cosenza'' in Consiglio comunale di Cosenza, Francesco Cribari, che ha indirizzato una vera e propria sollecitazione al Sindaco Eva Catizone per invitarla a prendere in mano la situazione della societa' silana dopo le vicende giudiziarie dei giorni scorsi.