Gibernau, una vittoria per Kato
Lo spagnolo, compagno del giapponese scomparso, ha vinto il Gp del Sudafrica davanti a Rossi e Biaggi. Commozione nel team Gresini. Poggiali vince la gara della 250, nella 125 la spunta lo spagnolo Pedrosa
Ancora quell’indice rivolto al cielo, ancora primo. Una vittoria meritata e dedicata a Daijiro Kato, quella che oggi Sete Gibernau ha conquistato nel GP del Sud Africa, classe MotoGP, seconda gara del motomondiale 2003. Un successo che ha qualcosa di soprannaturale e che regalato al team di Fausto Gresini un altro briciolo di felicità, spingendoli a ripartire, aumentando la volontà di correre e gareggiare, perché questo è il loro lavoro, il lato uno della loro medaglia. Purtroppo l’altra faccia è quella che conosciamo, che si ripresenta in modo violento, duro. La gara del Phakisa Freeway è stata la prima senza Kato, il pilota giapponese scomparso dopo l'incidente di Suzuka, ma anche la prima grande consacrazione nella massima categoria per questo team italiano, satellite della Honda. “E’ importante questa giornata – ha detto Gresini con le lacrime agli occhi – perché viviamo un periodo molto duro e questa vittoria di Sete sa di incredibile”. Una vittoria voluta, un successo arrivato grazie a Gibernau, spagnolo educato e gentile, con la moto nel sangue (suo nonno è stato il fondatore della Bultaco, marca iberica di alcuni anni fa), ma che fa piacere accomunare a Kato, scomparso fisicamente ma presente (come da ammissione dello stesso vincitore) sulla moto blu e gialla numero 15. Sembra uno di quei miracoli che ogni tanto avvengono anche nello sport, dove da una parte tutto è positivo e dall’altra c’è il massimo della negazione, fino ad arrivare all’estremo, alla morte. “Io da solo di sicuro non avrei potuto farcela – ha detto col fiato rotto dall’emozione lo spagnolo sceso dal palco della premiazione – e mi fa piacere pensare che Daijiro era con me, così come resterà sempre con me, sulla mia moto. Non ho parole per spiegare questa mia sensazione, ma credo proprio che sia così. Ci sono stati due aspetti in questo weekend. Uno è convivere con la tragedia di Suzuka, dove tutti, io, il team e lo sport in generale abbiamo sofferto. L'altro è il grande supporto dei miei sponsor, dei tifosi e della squadra che hanno reso questo weekend sopportabile. Oggi ha vinto il motociclismo. Tutti i piloti, non solo io, hanno dato il migliore tributo a Daijiro Kato. Devo ringraziare la mia famiglia ed il team, dalla prima persona all'ultima. Sono felice di vincere per loro e Daijiro è qualcuno che porteremo per sempre nei nostri cuori”.
Ha vinto Gibernau dunque su Rossi, Biaggi e Bayliss, poi Barros, ma il carioca è già a quasi venti secondi dallo spagnolo in classifica. Rossi e Biaggi protagonisti ma scudieri e che la pensano allo stesso modo per la vittoria di Sete facendo da contorno alla tiepida felicità espressa sul podio dall’iberico. “Sono molto felice perché questo non è un secondo posto normale – ha ammesso Valentino al suo rientro nei box – e credo anch’io che Sete non fosse solo a guidare, perché a vederlo da dietro c’era un misto tra l'aggressività classica di Gibernau e lo stile liscio e perfetto di Daijiro Kato. Un binomio che qui è stato imbattibile e che giustamente ha vinto. Ho vissuto una dura battaglia con Bayliss. La Ducati mi andava via in accelerazione ed ho dovuto combattere a lungo prima di staccarlo, anche perché nella curva dove l’anno scorso ho perso la gara, non riesco ad avere molto feeling ed ho sbagliato troppe volte. E’ stata una gara strana ed il secondo posto è un risultato decente per me e per la squadra”.
Terzo e costante sul podio Max Biaggi, che ha retto il passo di Rossi fino a quando si è presentato lo stesso problema delle prove di venerdì. “La moto è calata paurosamente di prestazioni e di colpo durante il giro di riscaldamento – ha spiegato il romano a fine gara – iniziando a perdere potenza come aveva fatto venerdì. I meccanici non hanno potuto cambiare molto sulla griglia, quindi considerando ciò è stata una buona gara e sono felice per questo . Sono riuscito a seguire Bayliss e Rossi, ma quando sono stato secondo non sono riuscito a prendere Sete. Se fosse andata come stamattina o fino a quel punto non avrei avuto problemi a fare una gara d’attacco. Non riesco a spiegarmi il perché e sono un po’ demoralizzato, ma la terza posizione in queste circostanze è positiva e sono felice per Sete e per il suo team. E' il modo migliore per ricordare Kato, la cosa più bella e forse la meno amara. Son contento per questo”.
La gara è stata ritardata per motivi di sicurezza, dovuti alla presenza di olio in pista a causa della Suzuki di Roberts, che nel giro di ricognizione prima della partenza, ha rotto un tubo dell’olio della sua GSX ed ha innaffiato le ultime tre curve prima del traguardo. In partenza poi la caduta dell’Aprilia di Colin Edwards, che ha compiuto uno scarto improvviso ed ha trasmesso qualche brivido, ma per fortuna niente di grave. La prima fase è vissuta sulla fuga di Bayliss e di Gibernau, mentre Capirossi, dopo due dritti ha preferito abbandonare. “Avevo un po’ di problemi – ha ammesso sinceramente Loris – e poi ho preso due volte la striscia d’olio e non avevo fiducia. Peccato”. Gran professionista, l’imolese ha ammesso senza reticenze, che non era il caso di rischiare ed ha preferito rientrare ai box. Nel frattempo il quartetto di testa era composto da una coppia formata dallo spagnolo e dall’australiano seguito a pochi metri da Max Biaggi e Valentino Rossi, tranquillo quarto ed in attesa della parte finale poiché aveva optato per gomme dure, memore dell’errore del 2002, quando aveva consegnato la vittoria ad Ukawa, suo ex compagno di squadra.
Gli altri dello schieramento hanno fatto una gara a sé, distanti già otto secondi dopo pochi giri, un abisso. La Ducati però la sua buona figura l’ha fatta lo stesso, proprio con Bayliss, che in quanto a carattere non è secondo a nessuno, nemmeno quando ha duellato con Rossi, dopo che Gibernau aveva allungato in solitario. La Desmosedici ha dimostrato di avere un super motore ed una bella accelerazione e non è stato facile per Rossi metterselo dietro, anzi ha dovuto sudare più con l’australiano che con Biaggi. Gibernau ha guidato bene, sempre deciso e nel finale ha resistito al ritorno veemente di Rossi, che aveva fatto la scelta migliore per gli pneumatici. In effetti la bagarre con Bayliss ha attardato troppo il pesarese che a pochi girid al termine ha provato l’attacco ma non è riuscito ad accennarlo. Tutti contenti alla fine perché questo risultato a tutti è sembrato equo e giusto.
250: POGGIALI REPLICA - Dopo Marco Melandri sembra quello di Manuel Poggiali il nome futuro per la corona iridata della 250. Questo il responso della seconda gara 2003, conclusasi con il secondo successo consecutivo per il pilota della piccola Repubblica di San Marino. “E' un sogno – ha detto raggiante il minuto pilota romagnolo d’adozione – perché pensavo che vincere le mie prime gare in 250 sarebbe stato impossibile. Devo rivolgere un grande grazie al mio team perché ha lavorato molto per trovare un buon set up sulla moto, che oggi era perfetta.” Poggiali a cavallo dell'Aprilia ufficiale, ha battuto con autorità e piglio da vero campione, Randy De Puniet, unico a tenere il suo passo con un’altra Aprilia, quella del team Safilo LCR. Il francese ha fatto la stessa gara di Pedrosa nelle 125, restando (sornione) alle spalle del battistrada ed all'ultimo giro ha tentato il sorpasso risolutore, ma Poggiali l’ha controllato a dovere ed ha vinto meritatamente.
Ottimo il terzo posto di Franco Battaini, primo dei piloti con moto non ufficiali. “Per me questa è come se fosse una vittoria – ha dichiarato sorridente il bresciano, visibilmente soddisfatto – perché la mia è una moto standard, la prima dietro a quelle ufficiali. Ho spinto al massimo, è stata una gara difficile. Davanti a me avevo due moto molto veloci. Ringrazio il mio team, alla mia famiglia ed ai miei amici bresciani. Questa mia vittoria, oopss questo terzo posto – si è scusato con un sorriso “Iron” Frank – è per Kato, perché è stato il meglio che potessi fare oggi”. Quarte e quinte le due Honda di Sebastian Porto e Roberto Rolfo, ma ad oltre dieci secondi dal duo di testa e qui seguite da una schiera di ingegneri giapponesi. Certamente la scoppola presa dalle Aprilia in Giappone (e bissata qui in Sud Africa), inizia a far male al colosso nipponico.
125: VINCE PEDROSA DAVANTI A DOVIZIOSO - Solita conclusione in volata per la 125, classe propedeutica e molto spettacolare del motomondiale, che dopo una gara abbastanza monotona ha acceso la lotta per la vittoria nel giro finale dove il giapponese Youichi Ui ha subito l’aggressivo attacco dello spagnolo Pedrosa e del nostro Andrea Dovizioso nelle ultime curve. Ha vinto Daniel Pedrosa, dopo un attacco che gli ha garantito quei pochi decimi decisivi. Una gara perfetta quella del pilota Honda, restato col gruppetto dei primi per poi uscire e dare la zampata finale, esattamente come faceva un altro grande spagnolo del passato, Angel Nieto. “Bella vittoria dopo un weekend difficile – le prime parole del vincitore – anche per il gran caldo. Vorrei dedicare la mia vittoria a Daijiro Kato, alla sua famiglia ed al team Gresini Honda”. Purtroppo secondo per pochissimo Andrea Dovizioso, diciottenne romagnolo che cresce di gara in gara ed ora secondo anche nella classifica iridata dopo due gare. “Sono felicissimo per questo podio – ha detto il forlivese con un largo sorriso – e me lo aspettavo di fare una bella gara, ma non credevo che la gioia per un risultato eccellente fosse così. Mi dà una grande emozione anche se mi aspettavo di poterlo raggiungere già in Giappone. Sono davvero felice”.
Il tedesco Steve Jenkner ha completato il podio grazie all’errore del giapponese Youichi Ui, protagonista delle prove e della gara, che ha condotto sempre in testa, ma autore di un errore proprio all’ingresso dell’ultima curva, quando ha subito l’attacco di Dovizioso, dopo esser stato già superato all’inizio della tornata decisiva da Pedrosa. Gara abulica degli altri italiani, con il solo Lucio Cecchinello, ottavo, mentre Mirko Giansanti, che a Suzuka era salito sul podio, è arrivato solo quindicesimo ed il vincitore del Giappone, Stefano Perugini, non ha nemmeno concluso il primo giro per problemi tecnici. Da sottolineare il fatto che il campione del mondo in carica, il francese Arnaud Vincent, ha conquistato i primi punti mondiali per la Ktm, riuscendo ad arrivare dodicesimo. Nella classifica mondiale distacchi limitati ad un punto fra Pedrosa, leader, Jenkner e Dovizioso.
Fonte: Il Nuovo