03 Giugno 2003 - 14 Luglio 2003



sport - Moto: Vale penalizzato, Biaggi fa festa

Rossi penalizzato a Donington, Biaggi fa festa
Valentino primo sul traguardo viene penalizzato di 10 secondi dalla giuria per aver sorpassato Capirossi con le bandiere gialle: è terzo. Il romano vince dunque il primo Gp della stagione davanti a Gibernau.


Altro che la tipica flemma inglese!. Il GP della Gran Bretagna è stato il più incerto delle ultime stagioni, ma non per motivi sportivi, solo per articoli e cavilli di regolamento. Per carità con questo non vogliamo dire che i regolamenti non devono essere rispettati, poiché sono fatti proprio per quello, altrimenti è anarchia pura, ma impiegare due ore per decidere la classifica finale di un gran premio mondiale, quando il lodo della questione non è “meccanico” bensì avvenuto subito dopo il via, lo reputiamo veramente di basso profilo. La gara inglese è stata interessante solo per metà, con il via immediato di Biaggi che è scattato bene dalla pole e con Rossi invece solo settimo alla prima curva, dove Ukawa, compagno di squadra del romano finiva nella sabbia dopo un contatto, procurandosi una ferita al gomito. Valentino è partito deciso a non fare più da vassallo agli altri sul podio e già a metà del primo giro ha iniziato la rimonta che ben presto lo avrebbe portato alle spalle di Biaggi, in attesa di un attacco o di un errore del romano, cosa peraltro puntualmente avvenuta al tredicesimo dei trenta giri. Per questo era impegnato nella rincorsa verso le prime posizioni e non ha visto le bandiere gialle sventolate a lato pista quando il giro dopo si è ripresentato alla fine del breve rettilineo d’arrivo con l’intenzione di sorpassare Capirossi, che lo precedeva. Non le ha viste, semplicemente come non le ha viste l’imolese: entrambi stavano guadando l’interno della curva, il suo punto di corda ed il commissario, l’unico, era all’esterno, alla fine del muretto box, quindi in una posizione sicura per lui ma invisibile per i piloti. Dalle immagini televisive poi Valentino risulta in asse, cioè sulla stessa linea che congiunge lui, Loris e la bandiera e quindi coperto dalla Ducati, ma questo i giudici inglesi non l’hanno nemmeno considerato. Ascoltato il pilota in direzione gara, hanno applicato la sanzione, giusta per loro e così il risultato è mutato, secondo la nuova classifica.

Il potere sportivo ha quindi sovvertito il risultato della pista e questo è il primo ribaltone della motoGP, avvenuto dopo più di un'ora di riunione dei giudici di gara. Una decisione che di fatto influisce sul risultato finale ed in virtù della penalizzazione il tempo di Rossi risulta il terzo nella lista tempi e lo colloca sì sul podio, ma sul gradino più basso. Fanno invece un balzo avanti Biaggi e Gibernau, secondo e terzo in pista ed alla fine primo e secondo con lo spagnolo che riduce vieppiù il suo distacco nella classifica iridata rispetto al pesarese, portando ora il suo svantaggio a soli 34 punti, tre in più di Biaggi che sale con la vittoria a tavolino a 130.

“Non è una soddisfazione vincere in questo modo – ha ammesso Biaggi quando ha saputo della decisione della giuria – e mi lascia così così, senza nessuna emozione. So cosa vuol dire essere squalificato o retrocesso perché è una condizione che ho già vissuto, nel 1998 è toccato a me e non è per niente positivo come ricordo. Si va in pista senza l’intenzione di fare scorrettezze o di non seguire i regolamenti, solo che siamo tutti molto tesi alla prestazione sportiva, alla moto, agli avversari. Il minimo sbaglio si paga pesantemente e questo lo sappiamo. Poi cosa ti convocano e fanno domande a fare se non ti credono?”. Biaggi incredulo di tanta fortuna, accetta il regalo ma sportivamente non è così che voleva tornare alla vittoria. Una possibilità la sua, che vuole conquistarsi sul campo e non grazie alle decisioni altrui.

Valentino non parla, non sorride ma con molta ironia accetta questa decisione che allunga il suo periodo nero, quello nel quale non è più lassù, sul gradino più alto, con la pista e gli avversari domati. “Credevo solo che il team di Pons avesse più p…. (attributi) e presentasse reclamo – ha ammesso con un sorriso stirato Valentino - piuttosto che fare la spia alla direzione gara che non si era accorta di nulla, esattamente come me, che proprio non ho visto nessuna bandiera. Mi fa piacere invece che Biaggi non abbia detto nulla, né spinto per il reclamo. Fra noi piloti nessuno vuole vincere così”. Sfuma così, regolamenti alla mano, il sesto successo di Valentino su questa pista, che considera di casa dopo il Mugello e che solo tre anni fa lo ha visto per la prima volta vittorioso nella classe regina, con le ex-500. Poteva essere il suo cinquantaquattresimo successo, un traguardo che gli permetteva di raggiungere nella particolare classifica dei successi il suo mentore, Mike Doohan.

L’ennesimo trionfo del pesarese, tramutato come detto poi in terzo posto, è scaturito dopo una gara dalle due facce: un avvio perentorio e volitivo ed una seconda parte di controllo, concedendo qualcosa allo spettacolo. "E' stata una gara di altissimo livello, molto dura – ha spiegato dopo il podio il pilota di Tavullia – perché condotta sempre sotto il precedente record della pista. Complimenti a Max Biaggi che è andato molto forte da subito ed io che non sono partito bene ho dovuto risalire, per non accumulare ritardo. Già nel secondo giro ho sorpassato quattro o cinque piloti, poi mi sono ritrovato dietro a Max. Quando è andato lungo, alla chicane, ho capito che quello era il momento giusto per tirare e staccarmi ed ho dato tutto quello che avevo prendendo un po’ di distacco".

Felice e sorridente, Max Biaggi è conscio di aver fatto una bella gara. "Senza il mio errore sarebbe comunque cambiato poco – ha ammesso sportivamente il romano - anzi, sono stato bravo e fortunato a rientrare subito in pista. Non era facile tenere il passo di Rossi. Ce la stiamo mettendo tutta per arrivare davanti, diamo anche l'anima, per fare del nostro meglio – ha sottolineato il pilota del team Pons – ma più di tanto non possiamo fare. Qui abbiamo lavorato sul nuovo telaio e con poche conoscenze siamo saliti ancora sul podio, al secondo posto, anche perché la mia moto era poco bilanciata”. Il sorpasso di Rossi con le bandiere gialle? “Io ero davanti e non ho visto nulla. Poi non spetta a me decidere. Quando è successo a me non ho potuto replicare, ma lì era un’altra storia”.

Circuito difficile quello di Donington per la Ducati, che per la prima volta da Suzuka non è partita dalla prima fila. Quarto e quinto alla fine il risultato di Loris Capirossi e Troy Bayliss. “E’ stata senza dubbio una bella gara – ha spiegato l’imolese nel dopo corsa – anche perché all’inizio Marco (Melandri, ndr) andava veramente forte e non riuscivo a stargli dietro. Poi ha perso l’anteriore credo e me lo sono ritrovato per terra davanti. Come ho fatto a schivare la sua moto ancora non lo so, anzi credo che la moto mi abbia sfiorato una gamba, mi sono distratto ed ho perso il contatto coi primi. Per la vittoria oggi non potevo senza dubbio lottare, però per una posizione da podio sì. Arrivare quarto non mi fa felice, ma comunque è sempre un buon risultato”. Poi anticipando chi voleva sapere di più sulla bandiera gialla il pilota Ducati ha precisato “di non aver visto niente, eravamo impegnati nella lotta per le prime posizioni e non ho visto nessuna bandiera. Valentino ha vinto la gara e per me è giusto così”.

Partito bene dalla prima fila e dopo qualche giro davanti coi protagonisti, Marco Melandri è scivolato nel quarto ed ha dovuto abbandonare. "Ero convinto di poter seguire Gibernau per un po’ – ha spiegato il pilota della Yamaha – poi mi è scivolata la ruota dietro forse perché ho mollato troppo tardi i freni o perché ho preso il cordolo che qui non sono solo verniciati ma anche scalinati. Ero a mio agio, anzi volevo addirittura passarlo al tornantino perché lì ero in po’ più veloce.Un vero peccato perché mi sentito davvero bene e stavo tenendo il passo degli altri. Devo ringrazia re gli uomini del mio team che mi stanno aiutando molto e rispetto alle altre gare, oggi riuscivo a guidare meglio, merito di un altro assetto propostomi dal mio capotecnico Fiorenzo Fanali. Anche se Donington non è mai stata una pista di mio gradimento, riparto da qui con una piccola iniezione di fiducia, che serve per il futuro".

250: Nieto precede Poggiali - Dopo una pessima partenza ed aver perso diverse posizioni nelle primissime fasi, alla fine il vincitore della gara delle 250 è stato Fonsi Nieto. Lo spagnolo è tornato così alla vittoria, cancellando il periodo nero di inizio stagione, quando sembrava abulico e fuori condizione, grazie ad una gara intelligente e grintosa. “A pochi giri dalla fine ho chiuso gli occhi – ha detto Nieto dopo il podio – ed ho fatto tutto quello che potevo fare. Avevo paura solo nelle due curve finali, perché avevo una gomma dura, molto più dura di quelle degli altri e non potevo dare gas subito. E’ andata bene e sono felice. Nieto è tornato”. La gara è vissuta sulla lotta a tre fra lo spagnolo vincitore, Manuel Poggiali e Toni Elias, con Roberto Rolfo ed Antony West, subito di rincalzo, con l’australiano in splendida rimonta dalle retrovie. I tre big hanno dato il via ad una serie di sorpassi e contromanovre per provare la migliore tattica per l’ultimo giro, ma un dritto di Elias lo elimina dal duello di vertice. Anche il francese De Puniet esce di pista ma riesce a rientrare, proseguendo la sua gara in ottava posizione. A tre giri dalla fine West è quarto e minaccia la terza posizione di Elias, mentre davanti Poggiali cerca l'attimo migliore per attaccare Nieto, che però resiste fino alla fine. West riesce nel suo attacco e chiude terzo dopo una grandissima gara, continuando così la sua presenza sul podio inaugurata in Olanda due settimane fa. Quarto è Elias che in volata, per un millesimo riesce a precedere Rolfo, piazzato ed a punti, con la sua Honda finalmente evoluta. Ottimo il settimo posto di Franco Battini con la prima Aprilia in versione kit. Nel mondiale Poggiali incamera altri 20 punti e sale a 121, mentre Nieto insegue a 106.

125: Barbera, prima vittoria a soli 16 anni - Nonostante tre piloti italiani scattati dalla prima fila, è stato Hector Barbera, spagnolo sedicenne ha dominare il GP inglese. Ha vinto bene il giovane iberico, quindi successo meritato. Con lui sul podio anche Andrea Dovizioso e Stefano Perugini, mentre il leader mondiale Daniel Pedrosa è stato costretto al ritiro dopo un contatto a poche curve dal termine proprio con Perugini in rimonta. Il GP delle 125 ha espresso come al solito il meglio nelle ultime tornate e l’incidente di Pedrosa ha scatenato le solite polemiche del dopo-gara. E' vissuto su una lunga lotta a cinque con le tre Aprilia di Barbera, Perugini e Cecchinello (oggi apparso tonico e deciso fino alla scivolata) contro le Honda di Dovizioso e Pedrosa. Poi con l’auto esclusione del veneziano, ripartito in quindicesima posizione e poi decimo all’arrivo, gli altri hanno dato vita alla bagarre finale, spesso ostacolati dai doppiati più lenti. Hector Barbera ha condotto sempre e senza essere attaccato, poiché gli altri erano impegnato in schermaglie tra di loro, ha tagliato vittorioso il traguardo, dimostrando una notevole dose di caparbietà. Giù dal podio il sammarinese De Angelis, coraggioso poiché accusava ancora i sintomi della caduta in prova e quinto l’australiano Stoner, senza sbavature e la solita grinta sopra le righe e per questo premiato da un buon piazzamento. Fuori anche il giovane Simone Corsi che subito al primo giro ha avuto un contatto con Jenkner, vincitore sotto la pioggia in Olanda ed entrambi ritirati. Peccato per il sedicenne romano, perché poteva essere lui l’altro giovanissimo protagonista. Buono in prospettiva futura l’ottavo posto del francese Arnaud Vincent, con la Ktm, che ha disputato un'ottima gara, recuperando terreno molto rapidamente dall’infelice posizione al via (17°), mentre il suo compagno di squadra, Roberto Locatelli ha dovuto abbandonare. Nella classifica iridata Pedrosa comanda sempre con 124 punti, contro i 98 di Jenkner ed i 97 di Cecchinello. Salgono invece Dovizioso e Perugini, quarti e quinti, divisi solo da un punto, 93 a 92.

Fonte: Il Nuovo





sport - F1: Doppietta Williams

6 Luglio 2003 - La Williams cala la seconda doppietta consecutiva e spaventa la Ferrari. Magny Cours è la fotocopia del Nurburgring: Ralf Schumacher vince davanti a Montoya, le monoposto targate Bmw si impongono con una impressionante prova di forza. E ora, grazie al secondo trionfo stagionale, lo Schumacher in bianco e blu si inserisce di slancio nella lotta tra il fratellone e Raikkonen: il Mondiale, da qui in poi, è anche affar suo.

Sorride però anche Schumi senior, che ancora una volta è riuscito a trarre vantaggio nel giorno della sconfitta. Il campione del mondo, con una Ferrari in evidente difficoltà di gomme, ha strappato un terzo posto che gli ha permesso di guadagnare un prezioso punticino sul rivale più diretto, Raikkonen. Schumi si è fatto scavalcare in partenza dal finlandese, ma ha continuato a rincorrerlo come fa il cacciatore con la preda, e lo ha risorpassato ai box, grazie a una strategia di gara rivelatasi migliore.

Ora Schumi ha otto punti sul rivale della McLaren, ma intanto il fratellino è risalito a meno undici. Perciò adesso la lotta è a tre, se non addirittura a quattro: anche Montoya infatti ha ridotto il divario, e nelle prossime gare pure lui darà parecchio fastidio. A Magny Cours, però, il colombiano ha subito una dura lezione dal compagno che sembra, lui sì, aver definitivamente compiuto il salto di qualità. Ralf ha dominato dall'inizio alla fine, sfruttando la sua Williams meglio del colombiano, che non è mai riuscito a impensierirlo per davvero.

Per la Ferrari è stata una gara in salita, sin dall'inizio. Allo spegnersi delle luci rosse Schumi si è visto chiudere da Montoya, e ha dovuto lasciar strada a Raikkonen. Lì è iniziato l'inseguimento. Dopo una prima metà di gara trascorsa ad arrancare, con Coulthard che era riuscito anche lui a passare la Ferrari durante il primo rifornimento, sulla distanza il campione del mondo è riuscito a tenere un passo superiore alle McLaren. Tenendo giù il piedone sull'acceleratore, alla sua maniera, Schumi si così è ripreso con un doppio sorpasso ai box la terza piazza persa in partenza .

Alla fine, il podio soddisfa la Ferrari. In fin dei conti, sulla pista più difficile, Michael ha ceduto solo alle Williams. E ora confida molto nella voglia di riscatto della Bridgestone. I gommisti giapponesi porteranno nuove coperture settimana prossima a Barcellona: saranno test dall'esito cruciale ai fini del Mondiale.

A partire da Silverstone, infatti, la Ferrari dovrà rispondere alla minaccia Williams. Sarà questione di gomme, ma non solo: la Rossa dovrà progredire un po' in tutto per respingere l'assalto di Ralf e Montoya. Un'impresa che si rivelerebbe meno complicata, se Barrichello riuscisse a tornare quello di un anno fa. Rubinho è incappato in un testacoda dopo due giri, ritrovandosi ultimo. Ha compiuto una bella rimonta e ha chiuso settimo, ma ci vuole altro per aiutare Schumi nella lotta mondiale.

Ha deluso la Renault: sulla pista di casa Trulli e Alonso si sono ritrovati entrambi con il motore arrosto. Una figuraccia per il team di Briatore, che pensava di godersi un'estate più serena. Deluso anche Fisichella, all'ennesimo ritiro. La Jordan proprio non va, e lui è sempre più depresso. Un po' come gli spettatori, ormai rassegnati alla solita processione senza sorpassi. Le teste fini (si fa per dire) della federazione stanno meditando nuovi cambiamenti, ma è ora che si decidano a interventi radicali e coraggiosi. Come, ad esempio, levare di mezzo le diavolerie elettroniche. Dovevano sparire da Silverstone, e invece tutto è stato rimandato a fine stagione. A meno che Stoddart non mantenga la promessa di far saltare il banco. Il vulcanico patron della Minardi ha promesso che se prima del Gp d'Inghilterra non si arriverà a una decisione comune sull'elettronica, lui farà correre le sue macchine senza congegni. E poi farà ricorso contro tutti gli altri. Una minaccia che ha lasciato il segno: squadre e federazione hanno infatti preso tempo. Una bufera in vista, che potrebbe spazzare via la noia dalla Forumla uno.

Fonte: Il Nuovo





sport - F1: Trionfa Shumi (Ralf però)

Poteva essere il giorno della grande fuga, è stato il giorno del grande botto. Davanti ai suoi tifosi adoranti, Schumi stava navigando beato e tranquillo dietro al fratello Ralf, che a sua volta veleggiava verso la prima vittoria stagionale: Raikkonen e il suo motore Mercedes a quel punto erano già andati in fumo, e Michael pregustava già l'allungo sostanzioso, forse decisivo per il Mondiale, grazie agli otto punti del secondo posto che stava per mettersi in saccoccia.
All'improvviso però è spuntato lo squalo Montoya, l'incubo peggiore del tedesco. Attacco fulmineo, cattivo, all'esterno della curva. Michael ha tenuto duro, nonostante la Williams avesse già le ruote davanti. A quel punto, il contatto. Il colombiano forse ha stretto, Michael forse ha allargato. Lunghi coltelli in pista. I commissari si sono attivati mettendo entrambi sotto inchiesta, ma dopo averli ascoltati hanno concluso in maniera ponziopilatesca: assolti entrambi, "normale" incidente di corsa. Michael ha preferito dribblare le polemiche: "Mi ha lasciato poco spazio per respirare, ma abbastanza per sopravvivere..."

A rimetterci comunque è stato lui. La Ferrari è volata nella sabbia, il colombiano invece ha proseguito senza scomporsi e ha chiuso in seconda posizione, dietro il compagno Ralf, che non vinceva dal Gp di Malesia 2002. Doppietta Williams, Ferrari al tappeto. Perché Michael è sì ripartito ed ha chiuso quinto, ma ha guadagnato solo quattro punti su Raikkonen. Poteva trovarsi a +11, invece è "solo" a +7.

Dunque, una giornata tutto sommato negativa, nata male sin dalla partenza: Schumi si è fatto bruciare dal fratello, e ha dovuto tallonarlo per tutta la prima parte di gara, mentre Raikkonen fuggiva. Poi, dopo il primo pit stop, non è più riuscito a mantenere il ritmo di Ralf. Una Ferrari in netta difficoltà, dunque, per la prima volta quest'anno inferiore sia a Williams che a McLaren. Al di là del risultato finale, è questo che più preoccupa.

Le Michelin, non è una novità, hanno dato una spinta in più alla concorrenza, ma adesso quello delle gomme rischia di diventare un alibi. A Maranello si dovrà lavorare sulla macchina, perché ormai è chiaro che le prestazioni non sono più all'altezza del recente passato. La Williams, prima squadra a centrare una doppietta quest'anno, comincia a far davvero paura, e anche Raikkonen, prima di essere fermato dal motore arrosto, viaggiava come un fulmine. Il terzo posto di Barrichello è poco più di un brodino: il brasiliano, come Schumi, non è riuscito a incidere, correndo di conserva per tutta la gara.

Domenica prossima si va a in Francia, a Magny Cours: sarà un'altra corsa dura, per fortuna che Schumi si presenterà con sette punti di vantaggio su Raikkonen. Un margine che però può dare serenità solo se la Ferrari saprà risolvere, e in fretta, i problemi di bilanciamento che da qualche gara la affliggono. Anche in Canada, infatti, il successo era arrivato più per la grinta di Schumi che per la superiorità della Rossa.

Dal Nurburgring esce con le ossa rotte la McLaren: poteva vincere, e invece ha incassato un doppio ritiro. Raikkonen è andato in fumo, mentre Coulthard si è preso un bello spavento a due giri dalla fine: lo spagnolo Alonso (4° alla fine) ha frenato di colpo, e lo scozzese per non tamponarlo è finito nella sabbia, rischiando di ribaltarsi. Un gran brivido, che insieme all'autoscontro Schumi-Montoya ha dato la scossa a una gara che per il resto ha vissuto sulla solita assenza di sorpassi. E forse non è un caso che l'unico duello si sia risolto in un patatrac: ormai i piloti sono così abituati a restare incolonnati che non sanno più mettere la freccia.

Fonte: Il Nuovo





sport - Reggio Calabria: presto contributi per le societa' sportive

Reggio Calabria 20 Giugno 2003 - Le societa' sportive della citta' di Reggio Calabria potranno presto disporre delle somme destinate al settore. Gli stanziamenti dei contributi previsti per l'anno precedente saranno distribuiti a breve assieme a quelli dell'anno 2003 che, secondo prassi, dovrebbero essere erogati entro i primi mesi del 2004. E' in corso, da parte dei responsabili dell' assessorato allo Sport, la stesura delle graduatorie per l' assegnazione dei contributi.





sport - Gasperini e' il nuovo allenatore del Crotone

Crotone 18 Giugno 2003 - Gian Piero Gasperini e' il nuovo allenatore del Crotone. Il tecnico, 45 anni, di
Grigliasco (Torino), proviene dai quadri tecnici della Juventus avendo allenato la formazione Primavera della squadra bianconera con la quale, quest'anno, ha vinto il torneo di Viareggio ed e' giunto alla semifinale del campionato nazionale di categoria. Gasperini ha siglato un contratto che lo lega al Crotone fino al giugno 2004. Il nuovo allenatore sara' presentato alla stampa questo pomeriggio.





sport - Colomba nuovo tecnico della Reggina

14 Giugno 2003 - Franco Colomba é ufficialmente tornato alla guida della Reggina. E' stato formalizzato questa mattina l'accordo tra la società amaranto e l'ex tecnico del Napoli, al quale é stata affidata la gestione tecnica della prima squadra per la prossima stagione agonistica. Il presidente Foti ha dato l'annuncio ufficiale questa mattina.Colomba, che ha già allenato la Reggina per quattro stagioni, nel '97-'98 e poi dal '99 al 2002, sarà presentato alla stampa lunedì





sport - Spareggi C2: il Catanzaro perde in casa

Catanzaro-Acireale 0-2: gira tutto male ai padroni di casa sia per un pizzico di sfortuna sia anche per ingenuità da imputare solo e soltanto ai propri giocatori. Al 36’ Falco si presenta solo davanti a Pavarini, lo supera facilmente ma quando la palla sembra ormai rotolare nel sacco ecco l’intervento decisivo di Lo Monaco che respinge sulla linea. Dopo tre minuti incredibile gol ospite. Un traversone di Russo scavalca Gentili e si infila in porta forse toccato poco prima da Mastrolilli e da Mortelliti. La paternità del gol sembra di Russo anche perché le immagini non stabiliscono se la sfera viene toccato prima o dopo aver varcato la fatidica linea bianca. Al 49’ il Catanzaro ha la migliore delle opportunità per pareggiare i conti. Fallo del portiere Pavarini su Machado e calcio di rigore. Tiro di Moscelli e clamoroso errore. A complicare i piani dei calabresi ci si mette anche Toledo che al 51’ viene espulso per aver colpito un avversario a palla lontana. Al 77’ Soriano direttamente su punizione chiude i conti.
I migliori in campo: nessuno (C), Mortelliti (A)





sport - Motomondiale: Rossi regala la vittoria a Capirossi

Ducati nella storia: Capirossi trionfa a Montmelò
Splendido successo del pilota romagnolo al Gp di Catalogna: per la casa di Borgo Panigale si tratta della prima vittoria nel motomondiale. Rossi secondo dopo una fantastica rimonta, Biaggi 14°.


Più che in Catalunya, dove domenica si è corsa la sesta prova del motomondiale 2003, sembrava di essere nella torrida ed umida Malesia, poiché le alte temperature dell’aria (circa 40 gradi) e quelle dell’asfalto (52/53) erano veramente estreme. Non per questo però, la seconda gara in territorio spagnolo, andata in scena sul circuito del Montmelò, nei pressi di Barcellona, diventerà una gara storica. Lo sarà per il ritorno alla vittoria della Ducati, che finalmente ha rotto un tabù (tutto italiano) datato quasi trent’anni. La gara delle MotoGP ha offerto un mix spettacolare, dalla noiosa prima parte al leggendario epilogo, nel quale Loris Capirossi ha conquistato una magnifica vittoria in sella alla sua Ducati Desmosedici. Una cavalcata epica, che dopo ventisette anni riporta al vertice l’accoppiata pilota e moto italiani: l’ultima volta era successo con Giacomo Agostini al Nurburgring, con la MV Agusta, nell’agosto del 1976. Quello catalano è il primo successo della Ducati in questa stagione, sei gare dopo il debutto nella motoGP ed è un risultato che conferma la bontà del progetto tecnico voluto e sviluppato in modo ottimale dall’azienda emiliana di Borgo Panigale.

Al secondo posto si è piazzato Valentino Rossi, massimo autore, esattamente come Loris di questa gara da antologia. Il pesarese ha galvanizzato una gara dapprima opaca, dove nessuno voleva prendere l’iniziativa e poi infiammatasi di colpo quando ha commesso un errore di valutazione andando lungo nella sabbia e retrocedendo al sesto posto. Lì è come se fosse cominciato un altro GP, un’eccezionale rimonta, che non gli ha permesso di vincere, ma che in otto giri gli ha permesso di recuperare su tutti tranne che su Capirossi. “Ho alzato la testa ed ho smesso di darci dentro – ha poi ammesso in sala stampa Valentino” solo quando ho visto davanti a me gli scarichi della moto di Loris. Non ho vinto, ma mi sono divertito, questo è l’importante”.

Terzo a completare il podio lo spagnolo Sete Gibernau, che sulla pista di casa ha duellato per molti giri con Max Biaggi, oggi veloce ed autoritario nonostante la solita Honda versione clienti, molto diversa da quella delle prove. Il romano però al traguardo è solo quattordicesimo e guadagna solo due punti poiché è caduto a due giri dalla conclusione, regalando così il podio al catalano ed evitando la doppietta del trio tricolore, come domenica scorsa al Mugello.

L’aria di casa ha poi risvegliato Carlos Checa, lo spagnolo della Yamaha, che sembrava già bollito e che invece ha condotto la prima M1 al quarto posto, davanti ad un’altra moto di Iwata, quella versione 2002, del giapponese Nakano che ha preceduto due connazionali, Ukawa e Tamada, due piloti Honda con quest’ultimo gommato Bridgestone. Purtroppo altra gara no per Marco Melandri, che ha concluso in tredicesima posizione, afflitto da problemi di ciclistica ai quali non riesce a trovare una soluzione. Peggio è andata per l’Aprilia di Edwards, costretto al ritiro per problemi elettrici sulla sua RSCube.

Una gara incredibile quindi, un vero festival di traversi e derapate controllate, che ha regalato grandi emozioni. Capirossi ha tutto il merito di aver portato la Ducati alla prima vittoria nel motomondiale. Un risultato atteso ed annunciato (da molti anche quasi scontato) considerando che a Le Mans è arrivato terzo, al Mugello secondo e mancava solo la vittoria per suggellare questo progetto totalmente italiano, sviluppato e realizzato da una delle più ammirate fabbriche che costruiscono motociclette. L’imolese, visibilmente emozionato all’arrivo e addirittura in ginocchio sul podio durante l’inno nazionale, ha permesso e concretizzato questo sogno, nel quale tutti gli italiani (e non solo) speravano.

Un trionfo ottenuto davanti ad uno strepitoso Valentino Rossi, unico vero antagonista di Capirex e pur sempre il vero mattatore di questa motoGP e della Honda. Quando il dottore sbaglia per gli altri si aprono le chance per risultati eclatanti, ma bisogna essere lesti ad approfittarne, poiché in pochissimo tempo (qui otto giri) tutto può tornare come prima se il pesarese riesce a stare in sella. Quando Valentino guida a gomme finite o con qualche motivazione, la rotazione del suo polso destro è massima, così come il controllo della sua moto e nessuno è in grado di resistergli. Devono averlo capito anche alla Honda, ora che stanno trattando il rinnovo del contratto con l’ex folletto. Questo ragazzo dall’elevato potere multimediatico, vero protagonista sia in pista sia nella loro comunicazione aziendale è uno da non perdere, nonostante culli da sempre un sogno: tornare a guidare un’Aprilia competitiva e vincere con la moto veneta come ha già fatto nelle classi minori. Ecco perché Valentino vuole rinnovare con opzioni annuali, mentre dal Giappone premono per unioni biennali. Entro fine mese, oltre ad un congruo adeguamento della cifra, rispetto all’ultimo rapporto siglato, le parti addiverranno ad una nuova unione. E’ giusto per tutti, affinché lo spettacolo della MotoGP, tutto italiano come componente umana e con tecnica prevalentemente giapponese, possa ripetersi “ad libitum”.


250: Finalmente De Puniet - Dopo quattro pole stagionali è arrivato il successo per Randy De Puniet ed il francese ha regalato gioia e felicità al team Safilo, in una domenica fino a quel momento triste per il doppio abbandono nella gara delle 125 di Cecchinello e Stoner. Davvero bella la corsa del transalpino, che ha vinto lottando contro gomme ormai finite, soffrendo e riuscendo ad ottenere finalmente un successo meritato, che corona il suo ottimo inizio di stagione. Ha battuto un redivivo, lo spagnolo Fonsi Nieto, che in prova aveva fatto un tempo mediocre, mentre in gara si è scatenato facendo cose grandiose, aiutato da uno splendido motore. Forse avrebbe vinto l’iberico ma sulla sua strada ha trovato un De Puniet motivatissimo, pronto a fare in corsa le belle cose che gli riuscivano (fino ad oggi) solo in prova. Nonostante il secondo posto, Nieto però è deluso ed ha accusato i suoi tecnici, rei di avergli segnalato un giro di più e quindi di aver atteso per prendere il comando. Sempre polemico lo spagnolo, l’anno scorso con Aprilia e Melandri, quest’anno con tutti: dovrebbe imparare prima a fare e poi a parlare.

La battaglia per la vittoria è stata il succo di questa 250, che ha purtroppo visto l’abbandono di Manuel Poggiali, tradito dal motore della sua Aprilia ufficiale, quando era al comando. Terzo alla fine un australiano, Anthony West, che con una moto kit è riuscito a battere l’altro spagnolo delle quarto di litro, Toni Elias. Gara da dimenticare invece per Rolfo, partito malissimo e costretto a rimontare sperando di segnare più punti possibili in attesa dei nuovi pezzi Honda che arriveranno (forse) in Olanda. Opaco invece il bresciano Battaini, forse troppo affaticato dal caldo notevole del Montmelò. Col ritiro di Poggiali, che resta però leader della classifica iridata, la lotta per il titolo è apertissima, ma riservata a chi guida Aprilia, considerando che le moto di Noale occupano le prime quattro posizioni. Un terzetto formato da De Puniet, Elias e Nieto è a sette punti dal sammarinese, Rolfo è a ulteriori cinque lunghezze mentre Battaini, quarto è già attardato, a trenta da Poggiali.


125: Pedrosa vince ed allunga - E’ stato l'eroe locale, Daniel Pedrosa, a tagliare per primo il traguardo delle 125, pur partendo dal sesto tempo e dalla seconda fila. Un successo perentorio quello dello spagnolo, dopo una gara furba, risparmiando la moto per due terzi di gara e poi esplodere nel finale con classe e forza. Primo appuntamento del programma del GP di Catalunya, quella delle 125 è stata una corsa ad eliminazione e la più importante ha riguardato Lucio Cecchinello, costretto al ritiro a metà gara per problemi tecnici all’avantreno della sua Aprilia. Oltre al veneziano fuori anche Andrea Dovizioso, buttato giù dal giovane Barbera, il giapponese Ui e l’australiano Stoner, tutti sicuri protagonisti.

Al secondo posto invece si è classificato il sorprendente svizzero Thomas Luthi, autore di un’eccellente gara, tutta all’attacco e senza timori reverenziali. Giovanissimo, sedici anni e con la faccia simile a quella di Schumacher, Luthi che parla solo tedesco, è la speranza del mondo a due ruote elvetico ed ha riportato la bandiera rosso crociata sul podio dopo un’ assenza di circa vent’anni. Alex De Angelis, ha completato il podio, accontentandosi di una posizione di rincalzo, dopo l’abbandono dei diretti avversari nella classifica mondiale. “I punti in campionato sono importanti – ha detto l’astuto sammarinese – ed ho preferito stare calmo, ma all’arrivo”. Nell’ottica mondiale buono il quarto posto del tedesco Jenkner, ma anche il quinto di Stefano Perugini, quinto sia all’arrivo sia nella lista iridata. Gino Borsoi ha chiuso ottavo, mentre Roberto Locatelli si è riaffacciato fra i top 10 ed ha conquistato una buonissima decima posizione con la sua Ktm, davanti al compagno di squadra Arnaud Vincent, campione mondiale in carica, giunto solo quattordicesimo. Prima del francese altri due italiani, Gioele Pellino, autore di una splendida gara, dodicesimo, davanti a Mirko Giansanti.

Fonte: Il nuovo





sport - GP del Canada: vince Shumi

Michael Schumacher firma il quarto capolavoro stagionale: vince in Canada mettendosi dietro le scatenate Williams e sorpassa in classifica il rivale Raikkonen. Contemporaneamente, la Ferrari torna in vetta alla classifica costruttori, e la festa è doppia. Il Mondiale torna dunque a tingersi di rosso, ma prima di stappare lo champagne Michael ha dovuto sudare parecchio.

Scattato bene dietro Ralf e Montoya, il campione del mondo ha approfittato di un errore del colombiano, partito in testacoda dopo un giro, e si è messo nella scia del fratello. L'ha superato al primo pit stop (incredulo Ralf: "Non capisco come abbia fatto..."), e gli è rimasto davanti di un soffio anche dopo la seconda sosta. A quel punto ha tirato fuori tutta la sua classe, resistendo alla pressione di un trenino a cui si erano attaccati anche Montoya e il bravissimo Alonso. Gli ultimi giri sono stati ad alta tensione, con quattro macchine nello spazio di due secondi a lottare per il primo posto. A qualcuno sarà venuta in mente la vittoria di Gilles Villeneuve in Spagna, dodici anni fa. Decisamente il modo migliore per celebrare il 25° anniversario del primo successo in F.1 del grande Gilles, avvenuta proprio a Montreal nel '78. Allora come oggi, la differenza l'ha fatta il campione. Dietro c'erano tre vetture più veloci (grazie alle solite Michelin, ancora una volta superiori sulla pista asciutta), ma davanti c'era un pilota che è come il vino buono: invecchiando migliora, e buon per la Ferrari che uno così resti attaccato al suo volante fino al 2006.

Alla fine Michael era stanco ma ultrafelice. Soliti balzi quando è sceso dalla F2003, al terzo centro in 4 gare: ora in testa al Mondiale c'è lui, e sarà difficile per tutti buttarlo giù dal trono. Raikkonen ha corso con grinta, risalendo al sesto posto dopo le prove disastrose, ma non è bastato: adesso Michael lo precede in classifica di tre punti. Pochi per la matematica, tantissimo per il morale. Al trionfo ha contribuito anche Barrichello, sfortunato al via (ha dovuto cambiare il musetto per una toccata con Webber) ma orgoglioso nel difendere il suo quinto posto dagli assalti del finlandese, nonostante avesse perso anche un deflettore. La giornata nera McLaren è stata completata dal ritiro di Coulthard: la nuova Mp4-18, adesso, serve come il pane.

Di grande spessore la prestazione di Alonso, che si è preso il lusso di fare qualche giro in testa ritardando le sue soste ai box: ha chiuso quarto, confermando di essere l'uomo emergente del campionato. Ha deluso Montoya, vittima dei suoi soliti alti e bassi. Dopo aver conquistato Monaco, ha fatto la figura del pollo sbagliando alla chicane dopo appena un giro. Contro uno Schumacher così ci vuole ben altro.

Fonte: Il Nuovo





sport - La Reggina resta in A

Reggina salva, Atalanta in serie B. E’ questo il verdetto dello spareggio che alla fine ha premiato la squadra che indubbiamente ha maggior dimestichezza col gol. L’Atalanta ha pagato l’assenza soprattutto del suo bomber Doni e la cronica incapacità dei suoi attaccanti di segnare.
Mentre la Reggina si è affidata a un grande Cozza e al suo proverbiale carattere che le ha permesso di ribaltare lo svantaggio iniziale a firma Natali e addirittura espugnare Bergamo (2-1), infliggendo la prima sconfitta a Finardi. Alla fine la Reggina viene salvata dai gol dei suoi due uomini simbolo, Cozza e Bonazzoli, cioè i due giocatori che l’hanno trascinata per tutta la stagione.

Non sarà la finale di Champions League, ma a Bergamo si respira comunque l’aria dei grandi eventi. Con un giorno di ritardo, Atalanta e Reggina si giocano un’intera stagione in 90’. I bergamaschi devono solo vincere, dopo lo 0-0 dell’andata, ai calabresi può bastare anche un pareggio con gol. Per questo le due squadre si fronteggiano da subito a viso aperto, Cozza, il migliore dei suoi, dopo 6’ impegna Taibi direttamente da calcio d’angolo. Risponde Zauri con una bella incursione sventata da Belardi in angolo, poi è Di Michele (10’) a chiamare Taibi a un’altra respinta dopo una bella serpentina in area bergamasca. Ma al 19’ l’Atalanta passa: angolo di Vugrinec, un rimpallo favorsice Natali che ha il tempo di stoppare, prendere la mira e infilare Belardi. Esplode il Comunale, l’Atalanta ci crede e al 22’ segna ancora, con Rossini, ma Collina annulla per la segnalazione del suo assistente Mitro: Rossini però non era in fuorigioco, semmai c’era un atalantino oltre al linea dei difensori calabresi ma defilato e quindi in una posizione che si poteva anche considerare ininfluente.

Più Atalanta della Reggina, Bellini al 29’ pesca splendidamente Vugrinec in area, girata al volo di sinistro e splendida risposta di Belardi. Dopo la mezzora si sveglia la Reggina, Di Michele reclama per un contatto in area con Zauri e dopo due minuti la Reggina pareggia. Azione caparbia di Cozza che sfrutta un assist piuttosto involontario di Bonazzoli, brucia la difesa orobica e anche con un po’ di fortuna batte Taibi in uscita. L’1-1 condanna l’Atalanta che perde Siviglia per infortunio (al suo posto Rustico) e rischia grosso in contropiede. Carrera, 39 anni e non sentirli, è strepitoso al 36’ nella chiusura in scivolata sul lanciatissimo Di Michele, poi al 43’ è lo stesso Di Michele che dopo una concitata azione in area atalantina, ha il match-ball sul sinistro ma calcia malissimo sui cartelloni pubblicitari.

Nella ripresa l’Atalanta parte all’arrembaggio e la mossa di Finardi (Gautieri a sinistra, Zauri a destra) dà i suoi frutti. Diana non riesce a contenere Gautieri che in avvio di ripresa si presenta due volte al tiro senza fortuna. All’8’ scalda il destro anche Dabo, ma Belardi fa buona guardia. Al 16’ la Reggina rischia grosso sulla girata a botta sicura di Vugrinec, ma si salva grazie al faccione di Jiranek che respinge a due passi da Belardi. Poi è la Reggina ad avere la palla buona con Bonazzoli al 22’ (splendida l’azione Cozza-Diana), ma da cinque metri il bomber reggino alza troppo la mira e grazia Taibi. Alla mezzora Gautieri penetra in area e arriva davanti a Belardi, gran sinistro ma il portiere della Reggina è davvero insuperabile.

La Reggina regge, l’Atalanta prova il tutto per tutto e chiude con uno spregiudicatissimo 4-2-4 dove i due mediani sono Pinardi e Dabo e gli attaccanti sono Gautieri, Rossini, Vugrinec e Pià. Proprio Pià al 39’ angola troppo il colpo di testa su cross di Pinardi. Ma al 40’ la doccia gelata per l’Atalanta: Diana libera Bonazzoli che dal limite lascia partire un sinistro che fa secco Taibi. E’ il gol che assicura la salvezza ai calabresi e condanna l’Atalantaalla serie B. Sì, perché Rossini un minuto dopo ha sulla testa la palla che riaccenderebbe la speranza, ma da metri due spara clamorosamente alto.

ATALANTA-REGGINA 1-2. RETI: 19’ pt Natali, 33’ pt Cozza; 40’ st Bonazzoli. ATALANTA: Taibi 5.5.; Siviglia 6 (36’ pt Rustico 5), Carrera 6, Natali 6, Bellini 6 (26’ st Pinardi 6); Gautieri 6, Dabo 6, Berretta 5.5 (37’ st Pià s.v.), Zauri 6; Vugrinec 5.5, Rossini 5. All. Finardi 5.5. REGGINA: Belardi 7.5; Jiranek 6, Torrisi 6, Franceschini 6; Diana 6 (43’ st Savoldi s.v.), Paredes 5.5, Mozart 6, Falsini 6; Cozza 8 (33’ st Vargas s.v.), Bonazzoli 6 (42’ st Morabito s.v.), Di Michele 6. All. De Canio 6.5. ARBITRO: Collina di Viareggio 6. AMMONITI: Gautieri, Rustico, Bonazzoli.

Fonte: Il Nuovo